25/11/2011
I giacimenti si rivelano così considerevoli da portare l’Albania al terzo posto nella classifica mondiale degli esportatori.
Ma la ricchezza mineraria si trasforma in una maledizione per la popolazione locale, dedita al suo sfruttamento in condizioni pre-industriali, invariate nel corso degli anni e gli incidenti, spesso mortali, nelle gallerie, sono all’ordine del giorno.
Attualmente 700 persone, tra uomini e donne, sono impiegati nella miniera più grande dell’Albania, di proprietà dell’austriaca ACR, e, per un salario medio di 400000 lek al mese (circa 290 euro) si spingono fino a 1400 metri di profondità.
Per quasi 2 mesi i minatori di Bulqiza, hanno scioperato, e per settimane 16 di loro hanno portato avanti uno sciopero della fame dentro una di queste gallerie a 1400 metri di profondità, in una situazione pericolosa a livello di salute, con un forte tasso di umidità e scarsa aria respirabile.
Le ragioni della protesta, sostenuta dalla confederazione dei Sindacati, sono la richiesta di un aumento salariale del 20%, il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza, l’abbassamento dell’età pensionabile, ed una politica di investimenti sulle strutture (risalenti ai tempi del regime comunista) che garantiscano una continuità produttiva.
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